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Le Leggende Popolari Del Salento
Il Salento è una terra di tradizioni e storia ed è per tale motivo che nella memoria popolare vivono tantissime leggende legate ai luoghi.
La leggenda della specchia dei mori

La specchia dei mori è situata sulla provinciale Martano – Martignano. Si presenta come, solito di una tipica "specchia", un imponente ammasso di pietre. Secondo la leggenda i giganti Mori, tentando di raggiungere il cielo, realizzarono la specchia ammucchiando i massi. Gli Dei, avendo visto ciò, si resero conto delle loro intenzioni e li fecero sprofondare e si dice che da allora vivono costretti sotto le macerie della specchia da loro stessi realizzata.

La leggenda della grotta della poesia

La grotta si trova sulla litoranea San Foca- Roca Vecchia. All'interno possiamo trovare iscrizioni in diverse lingue: greco, latino e messapico come testimonianza del resprttivo popolo. Si ipotizza che la grotta potrebbe essere un tempio dedicato al dio messapo “Thator”. Si narra che una principessa fosse solita fare il bagno nelle acqua della grotta. Notizia che si diffuse tanto che diversi poeti raggiunsero la grotta per ammirare la splendida principessa per essere ispirati dalla sua bellezza

La leggenda della grotta Zinzulusa

La leggenda della grotta narra di un crudele barone, il signore di Castro, che dopo essersi macchiato dell' uccisione la moglie costringeva la figlia ad una vita di stenti. Ma una fata,accortesi della ragazza, si impietosì della giovane e la diede in moglie ad un principe. Le vesti povere della fanciulla furono spazzate via dal vento e si pietrificarono sulla pareti di una grotta dove il padre della giovane era stato fatto sprofondare, facendo emergere acque infernali. Queste hanno formato il laghetto Cocito, meandro più oscuro della grotta. I gamberetti che vivevano nel laghetto, per aver assistito alla prodigiosa scena furono resi ciechi.
La leggenda della chiave di S. Donato

Il Santo Patrono di San Donato, è noto come il Santo dal quale si recavano gli ammalati di epilessia per chiedere la guarigione dal male. Nei giorni 5 e 6 agosto, in occasione della tradizionali festeggiamenti in onore del Santo, tra le bancarelle si vede ancora la chiave con l’immagine del Santo. Secondo la tradizione la chiave serva ad aprire il cervello del malato per guarirlo dal male

La leggenda della rupe della dannata

Ai piedi della Torre dell'Alto vi è una rupe a picco sul mare: Rupe della Dannata. La leggenda vuole che una fanciulla morì gettandosi nel vuoto da questa rupe per sfuggire allo “Jus primae noctis” imposto dal Guercio di Puglia. Ma esiste altra leggenda secondo cui a perdere la vita fu il Duca Giovan Bernardino Acquaviva, che nel tentativo di fuga dai pirati, non si accorse del pericolo a causa del buio. Da allora quel tratto di mare si chiamò "dannato".
La leggenda della Sirena Leucàsia

Si narra che nello specchio di mare tra Castro e Santa Maria di Leuca vivesse una splendida sirena tutta bianca da cui il nome Leucàsia ((dal greco leukòs=bianco). Con il suo canto armonioso ammaliava i marinai. Un giorno vide un pastore sugli scogli. Il giovane Melisso, invaghito di una'altra fanciulla Arìstula, non cedette alle tentazioni promosse dalla sirena. Questa indispettita e offesa dal rifiuto, quando scorse i due giovani abbracciati sugli scogli, scatenò un temporale e li scaraventò sugli scogli provocandone la morte. Infine separò per sempre i loro corpi lasciandoli sulle punte opposte del golfo. Ma la dea Minerva si impietosì dell'accaduto e decise allora di pietrificare i corpi di Melisso e Arìstula, dando loro l'eternità: quelle pietre da allora diventarono: la punta Meliso e la punta Ristola che, non potendosi toccare fra di loro, abbracciano quello specchio di mare. Anche Leucàsia, la perfida sirena, finì pietrificata dal rimorso e si trasformò nella bianca città di Leuca.

Lo scazzamurrieddu

Lo scazzamurrieddu: protagonista della leggenda è un folletto capriccioso e dispettoso dell'immaginario popolare salentino e migliaia sono i racconti che si narrano sul bizzarro folletto ritenuto responsabile delle sparizioni di oggetti dall'abitazione. Si narra di una giovane donna costantemente molestata da un folletto che le nascondava i suppellettili, questa esasperata dalla situazione decise di cambiare casa non sapendo che i scazzamurrieddi sono inseparabili dai loro abitatori.